Chi si dirige verso il Brennero provenendo da sud, poco prima di raggiungere la città di Vipiteno, non potrà non notare due castelli che si fronteggiano da posizioni dominanti: sono Castel Pietra e Castel Tasso.
Il primo sorge a destra, molto in alto, dominante sulla strada statale; il secondo dalla parte opposta.
Il colle roccioso sul quale sorge Castel Pietra fu sede di una fortificazione romana.
La conca di Vipiteno ebbe infatti molta importanza per la sua posizione ai piedi del Brennero.
La posizione dominante e la naturale difesa fornita dallo sperone roccioso che si stacca dal monte con un'insellatura, attraverso cui passava l'antico sentiero alto che collegava Trens con la Val di Vizze e con la conca di Vipiteno, prima dell'apertura della strada in fondo valle., facevano del castello un punto di controllo strategico.
Il suo antico nome "Sprechindenstein" (voce nella roccia) allude quasi certamente al fenomeno che si ripercuoteva dal versante della montagna retrostante, interpretata come la voce di forze magiche o divine.
Il castello viene nominato per la prima volta solo nel 1241, in piena disputa tra i conti del Tirolo i vescovi di Bressanone, quale feudo tirolese affidato alla famiglia Trautson. Nel 1241, infatti, venne stipulato un trattato di pace tra i contendenti che prevedeva lo smantellamento di tutti i castelli edificati nel corso della guerra, ma, grazie a clausole particolari, Sprechenstein sfuggì alla distruzione.
L'impianto originario pare essere sorto sopra le rovine di un insediamento altomedievale abbandonato e forse fortificato. Questo spiegherebbe perché il complesso di sia formato su nuclei separati uniti poi da cortine di cinta muraria.
Il nucleo più antico è rappresentato dal mastio cilindrico con una porticina romanica d'accesso a notevole altezza dal terreno.
Il coronamento è a merli guelfi sui quali è stato appoggiato un tetto conico. Attorno al fusto si notano i fori che sorreggevano il ballatoio esterno al quale si accedeva da una piccola porticina con arco a tutto sesto. Qualche anno dopo vennero aggiunti gli edifici residenziali come, ad esempio, quello dell'ala sud-est con il curioso tetto a falda unica dal quale emerge l'abside circolare della cappella di S.Erasmo.
Nell'interno si segnala la presenza di affreschi trecenteschi che testimoniano i lavori eseguiti in epoca gotica, caratterizzati da un notevole slancio verticale. Altri lavori di ricostruzione furono approntati a cavallo fra '400 e '500 con l'ampliamento del blocco sud, trasformato in palazzo. Verso il 1508 venne ampliato e trasformato il settore orientale in ala abitativa per il curatore, abbandonando, forse, il vecchio palazzo sud. Ma il castello perde di importanza, i Trautson vi dimorano saltuariamente. Quando nel 1775 la famiglia si estingue, il maniero passa nei possedimenti dei principi Auersperg che ne sono tuttora i proprietari. Il complesso, in buona parte disabitato, lentamente si deteriora, nel 1824 il tratto sud viene parzialmente demolito. I proprietari operano ripetuti lavori di restauro. Durante la Seconda Guerra Mondiale il castello viene danneggiato dai bombardamenti aerei che miravano al sottostante ponte ferroviario. Intervengono ancora gli Auersperg con intervento decennale. Gravi anche i danni inferti agli interni, al loro arredamento e agli affreschi ornamentali delle pareti e delle sale che il principe Franz Josef Auersperg Trautson è intenzionato a restaurare.
L'interno, purtroppo, non è visitabile, ma il castello merita lo stesso una passeggiata, io ci sono arrivato percorrendo, verso sud, la Statale che esce da Vipiteno. Quando si è sotto la rupe dominata dal castello occorre fare attenzione sulla sinistra ad una segheria; subito dopo si apre uno spiazzo su cui è possibile parcheggiare nei pressi del Gasthof Burgfrieden. Alzando lo sguardo si viene rapiti dal maniero che incombe sulla strada.
Da qui parte, alle spalle di alcune case un sentierino
che, superando un dislivello di 130 metri, porta al maniero. Salendo sul fianco di un pendio erboso, lo sguardo si apre sulla Sterzinger Moos e sul dirimpettaio Castel Tasso;
molte lumache vanno a spasso portandosi dietro i loro "camper".
Il sentiero porta ad una strada bianca che, in piano e in pochi metri, porta al castello.
Qui il silenzio è piacevole e alla base di queste antiche mura passa il brivido di un'eco soffocata dal tempo, una "voce nella roccia" che racconta una leggenda di amore e di morte: la coppia di castellani che viveva a Castel Pietra passava le giornate unita e felice, ma il signore di Castel Tasso,
preso da morbosa e non corrisposta passione per la dama, si appostò sulle mura del suo castello e, durante una passeggiata dei due sposi nel giardino, con una freccia colpì al cuore il marito. Egli morì tra le braccia dell'amata sposa. Ancora oggi, di notte, lo si vede a volte vagare tra le antiche mura con la freccia conficcata nel petto. Ma anche l'assassino non trovò pace e fece una miserevole fine.
Davanti al cancello chiuso,
difeso dall'abbaiare feroce di numerosi cani, si apre l'incomparabile spettacolo della sottostante conca di Vipiteno e di tutta la Val Ridanna sul cui fondo erompono dai ghiacciai le poderose vette delle Stubaier Alpen.
Passeggiata molto suggestiva.
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