martedì 25 agosto 2009

Il Castello reale Herrenchiemsee

Seconda tappa della puntata nella Germania Bavarese è il castello di Herrenchiemsee.
Questa reggia sorge su una graziosa isola al centro del Chiemsee, il mare dei Bavaresi. Per visitare questa magnificenza consiglio vivamente di arrivare all'imbarco dei traghetti prima delle nove in modo da poter prendere il primo vaporetto che porta all'isola; in questo modo avremo la possibilità di poter ammirare tutto quello che c'è da vedere con relativa calma e tranquillità.
Partiamo, pertanto, da Colle Isarco attorno alle 6 e 30 con una breve sosta al Brennero per una ricca colazione. Incredibile il freddo che fa quassù... e siamo in piena estate; il bar ha il riscaldamento in funzione. Dopo la sosta ci immettiamo sull'autostrada (è obbligatoria la vignetta austriaca da esporre sul parabrezza) e ci dirigiamo verso Innsbruck prima e Monaco/Salisburgo poi; usciamo a Bernau e ci dirigiamo verso Prien da dove partono i traghetti.
Arriviamo al parcheggio 20 minuti prima delle nove, giusto il tempo di guardarci attorno e individuare la biglietteria della compagnia di navigazione Chiemsee Schifffahrt dove fare il ticket. Ottemperata questa pratica antipatica, ci imbarchiamo su un caratteristico battello a ruota.
La cosa strana e che per accedere a bordo non ci chiedono di mostrare il biglietto ma lo faranno all'arrivo quando scenderemo dall'imbarcazione. Il tempo è meraviglioso e caldo, niente a che vedere con il freddo del Brennero, Ci accomodiamo in coperta su comode panche per goderci la traversata su questo grande e placido specchio lacustre.
Questo lago si formò 15/20,000 anni fa ed è il più grande specchio d'acqua bavarese (80 kmq. per una circonferenza di 64 km.). In estate rappresenta un paradiso non solo per i bagnanti e praticanti degli sport acquatici ma anche per un gran numero di uccelli che nidificano soprattutto nel delta del Tiroler Ache. Al centro del lago sorgono due isole abitate: Herreninsel(Isola dei Signori) e Fraueninsel (Isola delle Donne).
Pur incuriosito da quest'ultima isola per evidenti motivi, la mia meta e Herreninsel con il suo fantastico castello.
Dopo 15 minuti di navigazione, siamo in vista della nostra isola che fu acquistata dal re Ludovico II di Baviera per farvi erigere il suo nuovo castello.
Approdiamo ad un piccolo molo
e ci dirigiamo verso la vicina biglietteria; acquistati i biglietti ci dirigiamo di buon passo, attraverso un bellissimo parco, al castello per evitare la calca degli altri traghetti che di li a poco avrebbero riversato nell'isola frotte di turisti. In effetti arriviamo nell'immenso e coreografico piazzale antistante il castello dove troviamo pochissime persone.
Le fontane monumentali sono in funzione e danno uno spettacolo superbo; questi giochi d'acqua non sono sempre in funzione ma vengono azionati per pochi minuti in corrispondenza dell'arrivo dei vari traghetti.
Non ci facciamo incantare dal pur suggestivo spettacolo e entriamo immediatamente nel castello.
Siamo i primi e possiamo goderci la visita in tutto relax.
Questo sontuoso castello barocco è l'ultima costruzione e, contemporaneamente, la più sfarzosa che Ludowig II, amante dell'arte e della musica, fece erigere prima della sua misteriosa scomparsa.
Herrenchiemsee avrebbe dovuto superare, nella sua realizzazione, il proprio modello: il castello di Versailles di Luigi XVI. Anche se non venne mai completata, la reggia è una messinscena perfetta della bellezza pura. Basti citare la sfarzosa galleria degli specchi che risulta essere addirittura più grande della corrispondente galleria francese.
Ben 13 fasi di progettazione procedettero la realizzazione dell'opera. Nel 1878 si iniziò la costruzione secondo i progetti di Georg Dollmann. Nel 1886, alla morte di Ludwig, il castello non era ancora terminato. Più tardi alcune parti vennero demolite ma, nonostante l'incompiutezza del progetto, l'intero sito ha un fascino incredibile.
All'interno del castello non è possibile scattare fotografie, ma, eludendo la sorveglianza, ho comunque "catturato" qualche istantanea.
La visita inizia superando atrio e vestibolo dove avviene il controllo dei biglietti, in questi due ambienti non c'è niente da segnalare se non la maestosità dei volumi e un vaso monumentale in marmo italiano con una coppia di pavoni in bronzo e smalto policromo.
Il terzo vano colpisce per scenografia e colori; siamo nello scalone d'onore che riproduce fedelmente quello degli ambasciatori a Versailles demolito nel 1752; l'unica differenza è la copertura in vetro che rende quest'ambiente molto luminoso. Statue e fregi sono in stucco mentre i lampadari sono in cristallo di Boemia e bronzo dorato con 252 candele.
Superato lo scalone si accede alla sala delle guardie del corpo le cui pareti sono rivestite di stucco policromo e dove sono esposte le alabarde delle guardie del corpo dei re di Baviera. Anche questa è una replica dell'omologa "Salles des Gardes" di Versailles. Alle pareti quadri rappresentanti campagne di guerra di Luigi XIV e busti di marmo che ritraggono i marescialli del Re Sole.
Accediamo ora alla prima anticamera caratterizzata da pannellature bianche alle pareti con fregi dorati e tendaggi in seta viola con ricami in oro. Qui colpisce l'ingombrante presenza di un armadio incompiuto con impiallicciatura in tartaruga e stagno destinato a custodire strumenti musicali.
La seconda anticamera ha pannellature simili alla prima e presenta porte rivestite di specchi. Altri due specchi (i più grandi del castello) occupano le pareti corte e riflettono all'infinito i tre lampadari in cristallo con 270 candele complessive.
Siamo ora nella camera da letto di rappresentanza. Dal cerimoniale di corte di Luigi XIV sappiamo che la camera da letto serviva per la prima e l'ultima udienza della giornata. Paragonata alla corrispondente sala di Versailles, molto più piccola e semplice, questa sontuosa camera (mai usata dal re) rappresenta il massimo del lusso e dello sfarzo nell'arredamento. Gli stipiti alle porte e i caminetti sono in marmo di Carrara. Il letto è disposto scenograficamente come fosse un altare ed è intagliato e dorato; tutto intorno un trionfo di tendaggi rossi con ricami d'oro e d'argento, stucchi dorati alle pareti. Tentare di descrivere questa stanza è impossibile.
Riavutici dalla sorpresa procediamo visitando la sala del consiglio anch'essa molto sfarzosa. Alle pareti una pannellatura bianca con ricchi fregi dorati. Sul caminetto un grande specchio e su una parete contigua un ritratto di Luigi XIV con i suoi successi diplomatici dipinti sui quattro sopraporte. Il dipinto sul soffitto raffigura gli dei dell'Olimpo.
E adesso giungiamo in quello che è l'ambiente più impressionante del castello: la grande galleria degli specchi. Per questo immenso salone realizzato tre il 1879 e il 1881 su progetto di G. Dolmann, Ludwig volle una replica esatta del salone delle feste di Versailles. Ad ogni modo la galleria lunga 98 metri, supera in lunghezza quella francese e con le due sale d'angolo (Sala della Guerra e Sala della Pace) occupa tutto il fronte prospicente il giardino. Le pareti sono rivestite di stucco lucido grigio chiaro e verde. Sulla parete esterna si aprono 17 finestre ad arco fiancheggiate da pilastri rossi e fronteggiate, sulla parete opposta, da altrettanti specchi. Il soffitto riporta i successi di Luigi XIV dalla pace dei Pirenei (1659) a quella di Nimega (1678). Le candele dei 33 lampadari e dei 44 candelabri venivano accese esclusivamente per il re che nei suoi castelli conduceva una vita quasi solo notturna. Purtroppo la sala oggi si presenta ingombra di molte poltroncine in quanto vi si tengono concerti di musica sinfonica; questo rende meno affascinante il salone ma io ho avuto la fortuna di visitarlo una quindicina di anni fa e ho potuto ammirarlo come nella foto sotto.
Non ci è stato possibile visitare le due sale d'angolo e pertanto siamo entrati direttamente nel piccolo appartamento privato del re ossia negli ambienti normalmente frequentati dal sovrano.
Entriamo subito nella camera da letto; anche qui l'alcova della camera, pannellata in bianco ed oro, è divisa dal resto della stanza da una balaustra intagliata e dorata. Sul soffitto stucchi dorati e gruppi di figure mitologiche. Tende e rivestimenti sono in seta blu ricamati con oro. Una sfera di vetro blu su un supporto dorato riccamente intagliato serviva da illuminazione notturna.
La sala successiva è lo studio del re con pareti pannellate bianco e oro. Sulla parete di fondo un ritratto di Luigi XV di Francia mentre nelle sopraporte sono rappresentate alcune battaglie di quest'ultimo sovrano. I tendaggi sono di colore verde con ricami in oro. Lo scrittoio a serranda è una copia di un mobile fatto per Luigi XV. Molto belli i due orologi astronomici e quello degli elefanti presenti in questa sala.
Proseguendo nella visita arriviamo nel salone blu (primo gabinetto degli specchi). Nella pannellatura, bianca ad intagli dorati di rami e fogliame con uccelli dai colori iridescenti, sono inseriti degli specchi la cui disposizione nella nicchia del divano crea l'illusione di una sfilata di sale che si ripete all'infinito. Il soffitto è decorato con scene di caccia e stucchi dorati.
Siamo ora nella sala da pranzo, un ambiente ovale. Anche qui, alle pareti, pannellature bianche con ornamenti e figure allegoriche intagliate e specchi. Al soffitto stucchi dorati e putti su un fondo azzurro. Al centro domina la cosiddetta "tavola apparecchiata" che veniva calata al pianterreno con una specie di montacarichi a scomparsa nel pavimento, apparecchiata dalla servitù e fatta risalire al piano superiore. Questo permetteva al re, come già nel castello di Linderhof, di consumare i pasti evitando la presenza del personale di servizio. Il grande lampadario,
un magnifico cesto di fiori sul tavolo, i vasi e gli orologi sono in pregiata porcellana di Meissen. Le tende sono di damasco rosso ricamato in oro.
Dalla sala da pranzo possiamo dare un'occhiata al gabinetto delle porcellane; si tratta di un'autentica bomboniera con un trionfo di preziose porcellane di Meissen.
Uscendo dalla sala da pranzo, ammiriamo la piccola galleria con saloni d'angolo.
Come la grande galleria degli specchi essa è collegata con due anticamere quadrate. Le pareti sono rivestite in stucco policromo. La volte a botte e i due saloni d'angolo sono ornati con affreschi mitologici. Tende e rivestimenti degli sgabelli sono in velluto rosso-viola con ricami in oro.
Attraverso il vano dello scalone nord ritorniamo al pianterreno. Dopo la morte del sovrano la decorazione e l'arredamento previsti per questo scalone non furono più realizzati. Lo scalone è però imponente anche al rustico.
Al pian terreno, in una stanza di passaggio possiamo vedere il montacarichi che portava il tavolo apparecchiato al piano nobile.
La stanza successiva è il bagno. Si tratta di un ambiente ovale con una gigantesca vasca in marmo, una vera e propria piscina. In tema sono gli affreschi alle pareti.
L'ambiente successivo è lo spogliatoio (seconda stanza degli specchi) che è collegato, con una scala, alla camera da letto. La pannellatura è arricchita da grandi specchi inseriti e da una profusione di intagli dorati (tronchi di palme e fogliame con uccelli iridescenti). Questa decorazione di riflette negli specchi suscitando così l'llusione di trovarsi in mezzo ad una foresta dorata.
Era questo l'ultimo sfarzoso ambiente visitabile.
Ritornati nell'atrio, facciamo una rapida puntatina al book-shop e poi visitiamo il Museo del Re Ludovico II situato nell'ala sud del palazzo.
In 12 stanze appositamente trasformate, viene illustrata la vita del sovrano e presentati ritratti, busti, fotografie storiche e sfarzosi abiti originali.
Come mecenate del compositore Richard Wagner, il re ebbe una grande importanza anche in campo musicale. In riferimento a questo tema, vi si trovano esposti ritratti, documenti, bozzetti, modelli di teatri e scenografie. Tutti i castelli reali sono documentati così come gli altri progetti delle costruzioni di Ludwig. Sontuosi mobili originali provenienti dall'appartamento andato distrutto nella residenza di Monaco o della prima camera da letto di Linderhof rappresentano alcune delle maggiori attrattive del museo.
Oggetti di lusso e creazioni originali dell'artigianato, eseguiti per incarico del re, testimoniano l'importanza europea dell'arte di corte a Monaco nella seconda metà del XIX secolo.
Frastornati da tanta bellezza usciamo alla luce vivida del mattino. Le fontane sono di nuovo in funzione; ora possiamo dedicarci ad una passeggiata negli splendidi giardini reali e il parco che si estendono intorno al castello.
La fontana dedicata a Latona è decorata con figure mitologiche;
gli scintillanti giochi d'acqua calamitano la nostra attenzione.
Altre fontane monumentali rinfrescano, con i loro spruzzi, la calda giornata estiva.
A pochi passi dalla reggia, tranquilli sentieri ci invitano a passeggiate fra i boschi di conifere, prati verdi curatissimi e idilliaci viali alberati. Le visuali che si aprono sul lago e sulle vicine montagne fanno intuire perché il timido Re Ludwig II amasse tanto questo posto.
Informazioni su orari e prezzi di traghetti, castello, museo e altro ancora le potete trovare qui.

sabato 22 agosto 2009

Ludwig II di Baviera

Non c'è stato al mondo nessun sovrano che abbia consegnato ai posteri una quantità tale di castelli che ancora oggi destano sconcerto e meraviglia.
Ludovico nasce il 25 agosto 1845 nel castello di Nymphenburg
vicino Monaco quale primogenito del Principe ereditario, Massimiliano, figlio di Ludovico I di Baviera, e della sua cosorte la Principessa Maria di Prussia.
Il 10 marzo del 1864 Massimiliano II muore inaspettatamente dopo una breve malattia; il nostro Principe sale al trono con il nome di Ludovico II di Baviera.
Nello stesso anno, il 4 maggio, avviene il primo incontro con Richar Wagner, nella residenza di Monaco. Questo episodio caratterizzò fortemente gli anni a venire dei due illustri personaggi. Wagner proveniva da una serie di tracolli finanziari quando, il 3 maggio, il segretario del re di Baviera si presentò chiedendo di parlare con Wagner. Questi, credendosi ricercato dalla polizia, fece rispondere di non essere in casa. L'indomani mattina, il misterioso personaggio raggiunse il compositore in albergo, dove gli consegnò un anello e una foto del giovane re. La scintilla era scoccata: Ludwig, follemente innamorato, lo chiamava a corte. Le grandiose opere di Wagner ispireranno il sovrano nella realizzazione di tutti i suoi castelli e residenze.
Il 22 gennaio 1867 Ludwig si fidanza con la Principessa Sophie, Duchessa di Baviera e sorella dell'Imperatrice Elisabetta d'Austria (Sissi) ma, pochi mesi dopo, annuncia lo scioglimento dello stesso.
Nel 1868 si cominciano a progettare i primi piani del castello di Neuschwanstein
e di un castello riproducente quello di Versailles.
L'anno successivo iniziano i lavori di costruzione del castello di Neuschwanstein e della Casa Reale sull'Alpe di Schachen, vicino Garmisch,
e si concludono quelli dell'appartamento reale nella Residenza di Monaco.
Nel 1872, il sovrano fa costruire il teatro di Richard Wagner a Bayreuth.
L'anno seguente acquista l'isola di Herrenchiemsee.
Nel biennio 1874/75 compie alcuni viaggi in Francia a Parigi, Versailles, Fontainebleau e Reims, luogo di incoronazione dei re francesi. In queste occasioni matura in Ludwig l'idea definitiva della costruzione della reggia di Herrenchiemsee i cui lavori iniziano nel 1878.
Nello stesso anno terminano i lavori del delizioso castello di Linderhof.
Nel 1883 muore a Venezia l'amico Richard Wagner.
Nel 1884 parte la progettazione di un ennesimo castello sul Falkennstein (Sasso del Falco) nell'Algovia.
A questo punto era chiara la sua propensione a dedicarsi ai sogni più che alla realtà, rinforzata dai disastrosi errori di governo attuati durante gli eventi che portarono all'unificazione della Germania con la Baviera, e che spianarono la strada per l'avanzata della Prussia.
Nel 1886, il Governo della Baviera, profondamente preoccupato per la negligenza che Re Ludwig mostrava per gli affari di stato, per lo sperpero delle risorse reali e per il comportamento eccentrico, decise di agire. Il 9 giugno una perizia medica dichiara il sovrano malato di mente. Il giorno successivo il Principe Luitpold di Baviera assume la reggenza. Il 12 giugno Ludovico II viene sopraffatto a Neuschwanstein e internato al castello di Berg. Il giorno successivo il Re fu trovato morto annegato nel lago di Starnber insieme allo psichiatra Dr. Bernhard von Gudden. A tutt'oggi le ragioni della sua morte rimangono un mistero.
Quel che resta dei suoi sogni punteggia, come una manciata di diamanti su un bigliardo, la Baviera e forma uno dei percorsi turistico/culturali più gettonati dell'intera vecchia Europa.

domenica 16 agosto 2009

Castel Pietra - Sprechenstein


Chi si dirige verso il Brennero provenendo da sud, poco prima di raggiungere la città di Vipiteno, non potrà non notare due castelli che si fronteggiano da posizioni dominanti: sono Castel Pietra e Castel Tasso.
Il primo sorge a destra, molto in alto, dominante sulla strada statale; il secondo dalla parte opposta.
Il colle roccioso sul quale sorge Castel Pietra fu sede di una fortificazione romana.
La conca di Vipiteno ebbe infatti molta importanza per la sua posizione ai piedi del Brennero.
La posizione dominante e la naturale difesa fornita dallo sperone roccioso che si stacca dal monte con un'insellatura, attraverso cui passava l'antico sentiero alto che collegava Trens con la Val di Vizze e con la conca di Vipiteno, prima dell'apertura della strada in fondo valle., facevano del castello un punto di controllo strategico.
Il suo antico nome "Sprechindenstein" (voce nella roccia) allude quasi certamente al fenomeno che si ripercuoteva dal versante della montagna retrostante, interpretata come la voce di forze magiche o divine.
Il castello viene nominato per la prima volta solo nel 1241, in piena disputa tra i conti del Tirolo i vescovi di Bressanone, quale feudo tirolese affidato alla famiglia Trautson. Nel 1241, infatti, venne stipulato un trattato di pace tra i contendenti che prevedeva lo smantellamento di tutti i castelli edificati nel corso della guerra, ma, grazie a clausole particolari, Sprechenstein sfuggì alla distruzione.
L'impianto originario pare essere sorto sopra le rovine di un insediamento altomedievale abbandonato e forse fortificato. Questo spiegherebbe perché il complesso di sia formato su nuclei separati uniti poi da cortine di cinta muraria.
Il nucleo più antico è rappresentato dal mastio cilindrico con una porticina romanica d'accesso a notevole altezza dal terreno.
Il coronamento è a merli guelfi sui quali è stato appoggiato un tetto conico. Attorno al fusto si notano i fori che sorreggevano il ballatoio esterno al quale si accedeva da una piccola porticina con arco a tutto sesto. Qualche anno dopo vennero aggiunti gli edifici residenziali come, ad esempio, quello dell'ala sud-est con il curioso tetto a falda unica dal quale emerge l'abside circolare della cappella di S.Erasmo.
Nell'interno si segnala la presenza di affreschi trecenteschi che testimoniano i lavori eseguiti in epoca gotica, caratterizzati da un notevole slancio verticale. Altri lavori di ricostruzione furono approntati a cavallo fra '400 e '500 con l'ampliamento del blocco sud, trasformato in palazzo. Verso il 1508 venne ampliato e trasformato il settore orientale in ala abitativa per il curatore, abbandonando, forse, il vecchio palazzo sud. Ma il castello perde di importanza, i Trautson vi dimorano saltuariamente. Quando nel 1775 la famiglia si estingue, il maniero passa nei possedimenti dei principi Auersperg che ne sono tuttora i proprietari. Il complesso, in buona parte disabitato, lentamente si deteriora, nel 1824 il tratto sud viene parzialmente demolito. I proprietari operano ripetuti lavori di restauro. Durante la Seconda Guerra Mondiale il castello viene danneggiato dai bombardamenti aerei che miravano al sottostante ponte ferroviario. Intervengono ancora gli Auersperg con intervento decennale. Gravi anche i danni inferti agli interni, al loro arredamento e agli affreschi ornamentali delle pareti e delle sale che il principe Franz Josef Auersperg Trautson è intenzionato a restaurare.
L'interno, purtroppo, non è visitabile, ma il castello merita lo stesso una passeggiata, io ci sono arrivato percorrendo, verso sud, la Statale che esce da Vipiteno. Quando si è sotto la rupe dominata dal castello occorre fare attenzione sulla sinistra ad una segheria; subito dopo si apre uno spiazzo su cui è possibile parcheggiare nei pressi del Gasthof Burgfrieden. Alzando lo sguardo si viene rapiti dal maniero che incombe sulla strada.
Da qui parte, alle spalle di alcune case un sentierino
che, superando un dislivello di 130 metri, porta al maniero. Salendo sul fianco di un pendio erboso, lo sguardo si apre sulla Sterzinger Moos e sul dirimpettaio Castel Tasso;
molte lumache vanno a spasso portandosi dietro i loro "camper".
Il sentiero porta ad una strada bianca che, in piano e in pochi metri, porta al castello.
Qui il silenzio è piacevole e alla base di queste antiche mura passa il brivido di un'eco soffocata dal tempo, una "voce nella roccia" che racconta una leggenda di amore e di morte: la coppia di castellani che viveva a Castel Pietra passava le giornate unita e felice, ma il signore di Castel Tasso,
preso da morbosa e non corrisposta passione per la dama, si appostò sulle mura del suo castello e, durante una passeggiata dei due sposi nel giardino, con una freccia colpì al cuore il marito. Egli morì tra le braccia dell'amata sposa. Ancora oggi, di notte, lo si vede a volte vagare tra le antiche mura con la freccia conficcata nel petto. Ma anche l'assassino non trovò pace e fece una miserevole fine.
Davanti al cancello chiuso,
difeso dall'abbaiare feroce di numerosi cani, si apre l'incomparabile spettacolo della sottostante conca di Vipiteno e di tutta la Val Ridanna sul cui fondo erompono dai ghiacciai le poderose vette delle Stubaier Alpen.
Passeggiata molto suggestiva.