mercoledì 27 maggio 2009

Il Castello di Duino


A partire dall'899 e fino all'anno 1000 gli Ungheri, feroci arcieri mongoli, dilagavano per la pianura friulana compiendo sanguinose scorrerie. I regnanti dell'epoca si preoccuparono allora di fortificare il Friuli con la costruzione di castelli infeudati ai loro vassalli tedeschi così come fecero anche il Patriarca di Aquileia ed il Vescovo di Trieste al fine di costituire un minimo di difesa per proteggere i loro feudi. 
Così come successe per il Castello di S. Servolo, fu, probabilmente, in questo contesto storico che sorse il Castello Vecchio di Duino a 40 metri di altezza su uno sperone roccioso 500 metri ad occidente dell'attuale maniero, quasi alle foci del Timavo. 
Dai suggestivi ruderi sopravvissuti al tempo e all'uomo si deduce che il vecchio castello fosse costituito da una torre quadrata di due o tre piani, con scale in legno che adducevano ai livelli superiori, circondata da mura merlate che seguivano il margine della rupe. 
In un angolo c'erano una cisterna per l'acqua piovana, una costruzione in muratura quasi del tutto distrutta e quasi certamente delle tettoie in legno per riparare gli animali. La rupe era collegata alla terraferma da una stretta cresta di roccia delimitata da un muro che rendeva ancora più angusto il passaggio. E' evidente come questa rocca, concepita in modo spartano e su una superficie limitata, fosse imprendibile.
Incerte sono le notizie sui Signori di Duino che pare fossero feudali del Marchese d'Istria prima e del Patriarca di Aquileia poi. I Duinati non avevano grossi titoli nell'aristocrazia dell'epoca ma crebbero di importanza fino a possedere un vasto terreno carsico che si spingeva fino a Fiume.
La storia ci consegna Ugone VI di Duino, personaggio carismatico e avventuriero. 
Dopo essere stato Capitano dei Conti di Gorizia, nel 1366 divenne feudale e Capitano dei Duchi di Asburgo. La sua storia si intreccia spesso con quella di Trieste della quale Ugone era un vicino pericoloso ma prezioso. Infatti, durante l'assedio posto alla città dai Veneziani nel 1369, Ugone inviò in soccorso 40 cavalieri che condussero azioni di disturbo in Istria per alleggerire la pressione su Trieste. L'anno successivo, quando la città, oramai allo stremo, offrì dedizione ai Duchi d'Austria per non cadere nelle mani dei Veneziani, Ugone mise a disposizione degli Asburgo ben cento cavalieri con seguito di paggi, fanti e palafrenieri. Quando, nel 1382, Trieste si diede definitivamente all'Austria di Leopoldo, Ugone fu nominato Capitano della città e mantenne la carica fino alla sua morte (1391). Nel 1389 ottenne dal Duca Alberto d'Austria il permesso di erigere il nuovo castello.
Alla sua morte castello e feudo passarono alla famiglia dei Walsee cui apparteneva Romberto che sposò la figlia di Ugone, Cattarina. Fu questa potente famiglia Sveva, fedele agli Asburgo, che terminò di edificare il nuovo castello nel XIV sec. sulle rovine di un avamposto romano.
Le primitive strutture del nuovo castello sono pressoché scomparse.
Nel 1470 resistette ad un cruento assalto dei Turchi.
Nel 1472 i Walsee cedettero il castello all'Imperatore Federico III d'Asburgo. Nel 1508 i Veneziani si impossessarono del castello che ritornò tra i possedimenti della Casa d'Austria quando l'Imperatore Massimiliano lo riconquistò e ne fece la sede per il suo Capitano. Entrarono così nel castello gli Hoffer. Con la morte di Mattia Hoffer in battaglia nel 1587, il castello passa a Raimondo VI della Torre che ne sposa la figlia Ludovica e, alla morte di questa, la sorella Chiara.
Il nuovo signore faceva parte di una potente famiglia lombarda di banchieri che deteneva il monopolio del servizio postale nell'Impero. Un ramo di questa famiglia è tuttora proprietario del Castel Tasso di Vipiteno che ho visitato recentemente e di cui scriverò in altro post.
Nel 1653 il castello diventa interamente proprietà dei Torriani quale riscatto per un grosso prestito fatto all'Imperatore. Il feudo che ne dipendeva era piuttosto ampio con una sessantina di villaggi carsici.
Nel 1783 moriva l'ultimo dei Torriani senza lasciare eredi maschi. La figlia sposava il Principe di Hohenlohe e il castello passò ancora di mano per circa un secolo quando la Contessa Maria di Hohenlohe convince il marito, Principe Alessandro di Torre e Tasso ad acquistarlo dalla suocera.
Alla fine dell'800, quindi, il vessillo dei Torriani tornava a sventolare sull'antica torre romana. A questa famiglia si devono i più imponenti lavori di ristrutturazione del castello che, soprattutto nel XVII secolo, trasformarono il maniero da edificio bellico in dimora principesca.
Il prestigio della famiglia nel corso dei secoli fu accresciuto dalle unioni con le più importanti casate europee: dai Gonzaga di Mantova ai reali di Grecia e Danimarca; dai Bonaparte agli Zar di Russia e ai reali d'Inghilterra. 
Nel 1917 il castello subì un pesante bombardamento da parte delle artiglierie italiane che distrussero buona parte dei suoi antichi edifici. Negli anni Venti venne ricostruito rispettando la sua architettura originale.
Parte delle scuderie e delle foresterie è stato ceduto al Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico.
Come ogni castello che si rispetti, anche Duino ha una leggenda da raccontarci, una leggenda legata al vecchio maniero. 
La leggenda della Dama Bianca. Quest'ultima era la sposa di un signore crudele e violento che, un giorno, in un impeto di collera, la scagliò giù dalle mura del vecchio castello. Ma il Cielo non permise che la sventurata si sfracellasse sulle sottostanti rocce e la trasformò in pietra. Alla base della rupe c'è, difatti, ben visibile dal mare, una roccia dalle forme di donna velata in atteggiamento mesto. 
La leggenda continua raccontando che alcune notti la Dama Bianca si rianimi e vaghi disperata per i ruderi del castello cercando la culla del suo bambino.
Un'altra storia è legata allo scoglio di Dante che si trova nell'insenatura tra il vecchio ed il nuovo castello e che, con la bassa marea, si raggiunge per mezzo di una stretta lingua di roccia. 
Pare che su questo scoglio venisse a meditare il sommo poeta nel periodi in cui sarebbe stato ospite dei Signori di Duino.
Mentre del soggiorno di Dante non v'è certezza, un fisico riporta nel 1764 una curiosa notizia. Sulla torre del vecchio castello c'era un fante di guardia che aveva il compito di avvistamento dei battelli che accedevano al canale del Timavo e di segnalazione delle tempeste. Quando queste ultime si manifestavano in lontananza, la sentinella suonava una campana per avvisare naviganti e contadini. Un giorno la sentinella con la punta della sua alabarda toccò inavvertitamente il filo metallico che azionava la campana sprigionando una scintilla. Al fenomeno assistette per caso un monaco del Convento dei Serviti che, dopo aver riflettuto sul fenomeno, ideò una sorta di rudimentale stazione meteorologica. Sulla torre pose un'asta di ferro appuntita. Di tanto in tanto la sentinella avvicinava la sua alabarda alla punta in ferro; se tra queste due si creava una scintilla era segno di una imminente tempesta e doveva dare l'allarme. 
Ma torniamo alla storia più o meno contemporanea. 
Alla fine del XIX secolo due donne di notevole spessore, Teresa Thurn-Hofer Valsassina e sua figlia Maria von Thurn und Taxis, aprirono il salotto del castello ai migliori nomi dell'arte e della cultura europea contemporanea. E così furono ospiti di Duino i compositori Johann Strauss e Franz Liszt; la Principessa Elisabetta d'Austria (Sissi), L'Arciduca Massimiliano d'Asburgo e sua moglie la Principessa Carlotta del Belgio (proprietari del vicino Castello di Miramare), l'Arciduca Francesco Ferdinando d'Austria poco prima di andare incontro al suo tragico destino a Sarajevo, poeti e scrittori come Mark Twain, Gabriele D'Annunzio, Paul Valéry, Hugo von Hofmannsthale e Rainer Maria Rilke di cui ho già parlato in occasione della visita del sentiero che porta il suo nome. Più recentemente il Principe Raimondo della Torre e Tasso ha ospitato celebri scienziati del vicino Centro di Fisica Teorica di Miramare e, inoltre, il Principe Carlo del Galles e l'Arciduca Otto di Asburgo. Raimondo è stato un personaggio emblematico del suo tempo; idealista e cosmopolita, per primo nell'Adriatico, issò sul suo castello la bandiera dell'Europa Unita e fu uno dei fondatori del già citato Centro di Fisica Teorica di Miramare e del Collegio del Mondo Unito dell'Alto Adriatico.
Il castello oggi è la residenza del terzo Duca di Castel Duino, Carlo Alessandro della Torre e Tasso (Von Thurn und Taxis), che lo ha aperto alle visite 
e ad eventi sociali insieme al magnifico parco con i suoi viali romantici 
decorati con statue e sculture d'epoca, fontane,
terrazze e spalti aperti sull'immensità del mare. 
Le informazioni sugli orari e su come arrivarci le potete trovare nel sito ufficiale del castello.
L'edificio si presenta come una costruzione composita e massiccia, entrando nel cortile del castello 
colpisce subito la svettante torre cinquecentesca cha conserva intatta la sua struttura bimillenaria come attesta la lapide commemorativa di una visita dell'Imperatore Diocleziano nel III sec. d.C.
All'interno del maniero sono visitabili 15 sale con gli arredi, i quadri, gli oggetti preziosi, i libri 
e i ricordi raccolti per secoli che gli conferiscono un'atmosfera elegante e calda.
Il percorso della visita, che dura un'ora e mezza, dà modo di ammirare anche il prezioso pianoforte di Listz.
Un capolavoro di architettura è la scala del Palladio.
Veramente suggestivo è il panorama che si gode dall'alto della torre 
che spazia a 360 gradi dal Carso al mare.
Nella visita al castello è possibile visitare anche il bunker che ha una superficie di 400 mq. per una profondità di 18 mt. 
Fu costruito nel 1943 dall'Organizzazione TODT per la Kriegsmarine tedesca a difesa della base di Sistiana contro un eventuale sbarco alleato. La Venezia Giulia faceva parte della zona di operazioni "Adriatisches Kustenland". Nel 1944 la base di Sistiana accolse la "Kleinkampfmittel Flottille 411" con i suoi sottomarini tascabili Molch (Tritone). Molti abitanti locali, prima che il bunker fosse armato di cannone, si rifugiavano all'interno quando scattava l'allarme per i bombardamenti. Dal 1945 al 1954, il bunker ospitò un deposito carburanti dell'Esercito Inglese. Dal 2006 è stato aperto al pubblico a testimonianza di quei tragici anni.

2 commenti:

Annarita Guarnieri ha detto...

Molto esauriente! POsso sapere anche qualcosa di più sul Castelvecchio e sulle epoche precedenti a Duino, magari fino all'Età del Rame?
Serve per una ricerca.
Grazie

Trekker ha detto...

Cara Annarita,
non ho trovato molte notizie oltre a quanto ho già scritto nel post ad ogni modo approfondisco il discorso.
L'epoca di edificazione del Castello Vecchio, che secondo la tradizione era dedicato al culto del dio Sole, rimane incerto; si suppone tra il X e l’XI secolo.
Il Castello Vecchio era di piccole proporzioni, ben difeso dall’inaccessibilità delle rupi e collegato, dalla parte di terra, da uno stretto corridoio limitato da mura e da passaggi obbligati, unica via di accesso. La parte principale, che fungeva pure da abitazione castellana, era costituita da una torre rettangolare attraversata da un sottopassaggio a volta. Una stretta scala, parte scavata nella roccia e parte costruita ad arte, saliva all’interno del castello passando sotto l’arco della torre; alte e grosse mura la proteggevano dal lato rivolto al mare. La torre era a due piani (forse tre), dei quali ora il secondo è rovinato; anche il piano sopra l’arco non esiste più. E’ rimasta intatta solo la parte inferiore, probabilmente adibita a cappella: sono infatti visibili tracce degli antichi affreschi che decoravano le pareti e la volta del soffitto. Un leggio in pietra è incastrato nel muro all’altezza di una piccolissima finestrella gotica aperta nella parete per dare luce al leggio stesso. Non si trovano tracce di scale in muratura, né esterne né interne; si può supporre che l’accesso al piano superiore avvenisse per mezzo di scale esterne di legno. Infatti sulle mura della torre si notano incavi quadrati ove presumibilmente erano incastrati i supporti della scala, probabilmente mobile, per assicurare, in caso di assedio, una perfetta difesa agli abitanti della torre. Oltre a questa costruzione vi dovevano essere altri baraccamenti nello spazio antistante. Tracce di un altro edificio e di una cisterna si notano nel piccolo cortile, chiuso dalle mura che circondavano completamente tutto il perimetro irregolare dello scoglio, lungo le quali corrono alcuni camminamenti strettissimi scavati nella roccia e collegati tra loro.
Il castello era inespugnabile e, infatti, provarono a porvi assedio, ma inutilmente, i Veneziani nell’anno 1369, durante la guerra condotta in ostilità a Trieste. Duino allora parteggiava per la vicina città e procurava danni alla flotta veneziana utilizzando i “gabardelli duinati”, piccole imbarcazioni veloci usate dai corsari adriatici.

E infine qualche cenno sulla storia antecedente ai castelli: la zona era abitata già in epoche remote (ritrovamenti del Riparo di Visogliano e della Grotta Pocala) nel comprensorio si insediarono varie popolazioni pre-romane come Euganei, Veneti e Histri. Con la fondazione della colonia di Aquileia si affacciò nella regione la potenza romana.
Il periodo della dominazione romana fu molto importante in quanto portò un grande sviluppo economico grazie all'apertura della vicina cava di Aurisina (chiamata tutt'oggi Cava Romana) e all'utilizzazione dei porticcioli presenti sulla costa. L' apprezzata pietra di Aurisina venne utilizzata per edificare Aquileia e i più importanti monumenti romani di Ravenna.
L'impatto delle invasioni barbariche fu molto forte stante la vicinanza con le Alpi Giulie, che vista la loro modesta altezza rappresentarono una porta ideale per le calate dei barbari verso l'Italia.
La storia del comune è legata a doppio filo con le vicende storiche seguite dai nostri Castelli. La signoria duinese risale, almeno, al 1211 (se ne fa menzione nei documenti relativi alla Pace del Timavo). Prima vassalli del patriarca di Aquileia poi del Margravio d'Istria infine capitani dei conti di Gorizia. Nel 1366 si dichiararono fedeli agli Asburgo. La famiglia dei Duinati si estinse nel 1395, sostituita nel comando dai Walsee. Nel 1587 la signoria passò ai milanesi Della Torre di Valsassina ma di queste ultime vicende ho scritto più approfonditamente nel post.
Spero di essere stato esaustivo.
Un caro saluto.